A che serve il teatro? Questa la domanda di fondo per la quale Luca Barbareschi, direttore artistico del Teatro Eliseo ha una risposta virtuosa: il teatro serve a formare, a introdurre in quel mondo del bello, della cultura, del sapere alto, che, se pure ci appare non utilizzabile nella pratica dell’immediatezza, in realtà lavora nel profondo e dal profondo poi ricompare quando è il momento.
Il teatro Eliseo – dice Barbareschi alla conferenza stampa di presentazione del suo prossimo spettacolo “Il Penitente”, recentissima opera di David Mamet, che ha tradotto lui stesso, e di cui è regista e interprete con Lunetta Savino, Duccio Camerini e Massimo Reale – sta cercando da due anni, da quando lui ne ha preso la direzione artistica, di creare una sorta di accademia, un gruppo coeso di autori registi attori che lavorino a tutto campo per il bene della cultura…. e soprattutto per il bene della città. “Una città che rischia l’imbarbarimento”, dichiara, dove la cultura è l’ultima ruota del carro e le sovvenzioni per il teatro sono risibili, dove nessuno pensa al futuro delle giovani generazioni.
La presentazione de “Il Penitente” è stata quindi un’occasione per ricordare ai presenti che l’Italia ha bisogno di ricostruirsi una solidità culturale, perché non basta curare le esposizioni museali o il Festival del Cinema, iniziative validissime ma che poi lasciano spazio ai buchi strutturali che ci sono a monte.
Gemellato al teatro Eliseo, com’è noto, c’è anche un virtuoso esempio di operazione periferica, il Teatro Tor Bella Monaca, che – come ci ha detto il suo direttore artistico Alessandro Benvenuti – per questioni burocratiche di bandi comunali, corre il pericolo di dover ricominciare da capo il suo eccellente lavoro di intrusione nel tessuto sociale preesistente.
“Il teatro è l’unica arte in cui si comunica direttamente. Dal palcoscenico io, in carne e ossa, mi rivolgo a te che in carne e ossa mi ascolti e mi guardi”, ha aggiunto Lunetta Savino, “In un mondo fatto di computer e di messaggini è una grande occasione questo corpo a corpo tra attore e spettatore”: una comunione di sensi che non si verifica nella fruizione del cinema o dell’arte figurativa, dove l’opera è affidata dall’artista ad un manufatto che resta lì a rappresentarlo.
Per quanto riguarda la pièce che andrà in scena dal 7 al 26 novembre, David Mamet scandaglia come sempre i vizi e le virtù sociali di noi “viventi” e stavolta affronta tre temi essenziali dei giorni nostri: il rapporto con la giustizia, il peso della stampa e dei media sulla vita di ciascuno di noi, la fede, in senso stretto e nell’amore, come guida.
IL PENITENTE
di David Mamet
traduzione e regia di Luca Barbareschi
con Lunetta Savino, Luca Barbareschi, Duccio Camerini, Massimo Reale
Teatro Eliseo 7 – 26 novemebre 2017