Vengano siori, vengano: si vota e si rivota Ieri il primo turno delle amministrative, svoltesi nel disinteresse generale e tra candidati che sembrano improbabili Antonio La Trippa (come quelli nominati da pochi voti sulle primarie web), e altri talmente vecchi da sembrare resuscitati (vedi Leoluca Orlando a Palermo). Le valutazioni politiche parlano di rinascita del bipolarismo , a spese della galassia grillina. Certo è proprio negli ambiti locali che le numerose gaffe 5 stelle hanno colpito: primarie web annullate (v. Genova), rapporti cementati con vecchi poteri (v. raggi a Roma). Ma al di là delle diverse polemiche o strumentalizzazioni, sono proprio queste difficoltà generali a causare un grave problema di affezione e partecipazione, e soprattutto di prospettiva: è giusto che le candidature le decidano dall’alto i partiti , o è giusto decidano 4 o 5 cittadini collegati su WEB in un’ora strana? Come devono funzionare le deleghe e i processi decisionali nelle amministrazioni? Quanto è lecito essere autonomi dai partiti? Si possono governare fenomeni complessi senza la cultura del servizio e senza compromessi con i diversi poteri o con gli ex gestori? Come si distingue il vero dal falso, il fatto dal non fatto, il fake dal vero ? o si prosegue col chi urla più forte?
Senza una risposta a questi temi non si governa: non si può giocare senza regole del gioco. Saltato il principio di responsabilità, saltata la possibilità della Giustizia di fare appunto Giustizia e selezionare amministratori onesti, e , soprattutto, abolite le ideologie (cum magno gaudio di alcuni ottenebrati) , oggi non si ha un etica, un oggettività, un buon senso e soprattutto una cultura ed un interessi collettivi a fondamento.
Gli elettori calano sempre più, e l’astensionismo delle intelligenze peserà per decenni. Speriamo che le bestie feroci non scappino dalle gabbie abbandonate del trasandato circo elettorale.