A quarant’anni dalla morte, avvenuta a Roma il 3 giugno del 1977, Italiani ricorda Roberto Rossellini, uno dei nostri più grandi registi.
Nel marzo scorso, dall’incontro con il figlio maggiore di Roberto, Renzo, è nata una lunga intervista che fa da fil rouge al documentario che ho scritto per Rai Storia e che andrà in onda martedì 6 giugno alle 21,10.
Il titolo del lavoro è indicativo della natura del regista romano, “So di non sapere”, una dichiarazione socratica che Rossellini ha fatto sua e dalla quale è partito per il suo lungo viaggio nel cinema.
È lui stesso, attraverso le interviste di repertorio, a raccontarci la sua filosofia di vita: “Io sono contro ogni tipo di formazione. Quello che bisogna fare è informare” – dice, perché – “bisogna capire le cose fino in fondo per poter partecipare”.
E da sempre, dai suoi primi esperimenti con la macchina da presa sul terrazzo al mare, in cui ricostruì un oceano nei due “acquarietti di casa”, fino ai film storici per le televisioni francese e italiana, Rossellini ha cercato di divulgare il sapere, imparando per primo quel che narrava, con una instancabile curiosità per tutto.
Renzo Rossellini racconta il lungo percorso umano e professionale del padre, con la commozione di un figlio che l’ha seguito fin da piccolo sui set, prima come osservatore, poi come assistente e infine come co-regista (del “Generale della Rovere” per esempio, Leone d’Oro a Venezia nel 1959). “E’ stato un gran papà”, dice Renzo, “mi ha insegnato tante cose. Anche che quando la rabbia è ben diretta è una forma d’amore”.
In “So di non sapere”, grazie alle teche Rai, vedremo anche Ettore Bernabei, Tullio Kezich, Anna Magnani, Ingrid Bergman e tanti altri personaggi dei tempi di Rossellini, che l’hanno conosciuto, apprezzato e amato.
ITALIANI – ROBERTO ROSSELLINI “so di non sapere”
di Simona Fasulo
montaggio di Ilaria Cecchini
regia di Nicoletta Nesler