“Come tedesca nata in Germania dopo la guerra, sento la responsabilità e la necessità etica di testimoniare la storia dell’Olocausto, alla quale sono molto sensibile e che mi tormenta. Voglio così non solo rendere omaggio alla cultura ebraica, ma anche stimolare il dialogo su questo terribile passato”, spiega Ute Lemper.“Il 27 gennaio 2015, a 70 anni dalla liberazione di Auschwitz, sono stata invitata a cantare canzoni del ghetto ebraico e dei campi di concentramento per commemorare l’Olocausto di Roma ed è in quest’occasione che ho conosciuto Francesco Lotoro, musicista che ha dedicato la sua vita alla ricerca delle canzoni e delle musiche scritte nei campi di concentramento: ne esiste una collezione enorme ed è importante che sia ricordata per l’eternità.
Un concerto ieri sera al teatro Brancaccio di rara tensione emotiva. Ute Lemper, elegantissima e dalla splendida voce, ci ha accompagnati in un difficile percorso ma senza mai farci dimenticare che la vita è un dono che va rispettato. Le atmosfere sonore dal blues alle tipiche sonorita ebraiche, con musicisti di altissimo valore. Un grande avvenimento per Roma