Sono lenta nella preparazione del mattino. Mi piace fare colazione con calma, sedermi al computer una decina di minuti, se c’è qualcuno in casa scambiare due chiacchiere. Quindi quando esco, è sempre troppo tardi. Per di più da quando ho smesso di girare in motorino, vado in bus, (la macchina è una fabbrica di multe e di nevrosi) quindi finisce che devo precipitarmi alla fermata, perché s’è fatto tardi e a me piace la puntualità. Controllo gli arrivi sullo smartphone, per evitare di veder passare il 982 o il 44 o l’870 e mangiarmi le mani, ma è inutile perché non coincidono quasi mai. Ieri, mentre decidevo di saltare il primo bus per sfinimento e attraversare villa Pamphili a piedi per raggiungere la fermata del secondo autobus utile, una signora in attesa da più tempo di me, sconsolata mi ha detto: “questi sono viaggi della speranza”. Scrivo queste note sul 982. È arrivato dopo soli venti minuti. Ora confido nel 31… raccomandiamoci al dio dei trasporti pubblici romani… se ce n’è ancora uno!